Quando si parla di successo scolastico molto spesso si è portati a pensare che dipenda esclusivamente dall’interazione tra due fattori: le caratteristiche dell’alunno (l’impegno, motivazione, inclinazione verso una particolare materia, dedizione allo studio e livello intellettivo) e le capacità del docente (ad es. il bagaglio culturale, capacità comunicativa durante la lezione, passione per il proprio lavoro, etc.).
Questi sono sicuramente aspetti fondamentali ma c’è un altro aspetto molto importante e spesso sottovalutato: le aspettative dell’adulto, si tratti del genitore o dell’insegnante.
Esse solitamente si palesano con affermazioni come: “Non è portato per la matematica”, “alcune cose proprio non gli entrano in testa” oppure “è un ragazzo intelligente recupererà in poco tempo”.
Convinzioni di questo tipo possono portare a conseguenze importanti: l’insegnante convinto che un alunno non abbia le capacità sufficienti per riuscire nella sua materia potrà, più o meno consapevolmente, diminuire il proprio impegno nei suoi confronti; allo stesso modo il genitore potrà biasimare un brutto voto in una materia in cui il figlio è poco performante limitando qualsiasi intervento o, al contrario, attuare un approccio interventista. In modo analogo aspettative positive determineranno comportamenti di fiducia, comprensione e attenzione verso il ragazzo.
Per sottolineare l’importanza delle aspettative sull’apprendimento nel 1965 lo psicologo R. Rosental ha condotto un esperimento molto significativo. Egli si è recato in una scuola elementare e, dopo aver somministrato a tutti gli studenti dei test di intelligenza, selezionò in modo del tutto casuale (senza tenere in considerazione gli esisti dei test) un gruppo di alunni che furono assegnati a vari insegnanti dicendo loro che si trattava d bambini con un’intelligenza superiore alla media e dalle grandi potenzialità di apprendimento. Al termine dell’anno scolastico ripetè i test d’intelligenza e scoprì che i bambini su cui erano state attivate aspettative positive erano i migliori della classe e mostravano risultati il 15% maggiori al retest rispetto ai compagni.
Le aspettative degli insegnanti avevano indirettamente influenzato le abilità di apprendimento dei loro alunni alunni intervenendo su quattro fattori fondamentali:
- CLIMA: gli insegnanti convinti delle capacità eccezionali di questi bambini mostravano un atteggiamento più accogliente caratterizzato da affetto, vicinanza fisica e interesse;
- INPUT: gli insegnanti si prendevano del tempo per dare loro maggiori spiegazioni in caso di dubbi o domande; e davano loro maggiore attenzione in classe;
- OPPORTUNITÀ: questi bambini avevano maggiore possibilità di esprimersi, fare domande o commentare le lezioni senza elicitare da parte dell’insegnante fastidio o insofferenza;
- FEEDBACK: gli insegnanti davano maggiori feedback postivi in caso di buone performance e sostegno in caso di difficoltà, motivando i bambini a superare gli ostacoli che incontravano nei vari compiti.
Questi risultati sono validi anche quando si ha a che fare con aspettative negative dando origine ad esiti, ovviamente, negativi sia per l’apprendimento scolastico sia per lo sviluppo di un corretto senso di auto-efficacia e autostima personale. Quando si hanno aspettative negative infatti questi aspetti vengono a mancare o vengono elargiti con minor frequenza. Questi comportamenti, ovviamente, vengono messi in atto in modo totalmente inconsapevole ed è per questo che è davvero molto importante conoscerne la sua influenza.
A parità di capacità educative, un genitore/insegnante consapevole dell’importanza del proprio ruolo e delle potenzialità del proprio figlio/alunno agirà in modo più sensibile ed efficace, selezionerà simboli adeguati, sarà più attento alle esigenze psico-emotive del bambino, selezionerà attività stimolanti e di complessità crescente; e accoglierà positivamente dubbi ed incertezza fornendo gli aiuti di cui necessità.
Questi aspetti, sebbene da soli non garantiscano il successo scolastico, costituiscono un terreno fertile da cui partire per sviluppare delle abilità fondamentali alla crescita e al benessere del bambino. In ogni intervento educativo è importante vedere i bambini come portatori di abilità che, con il giusto supporto, possono apprendere qualsiasi cosa e raggiungere successi impensabili.
“CIÒ CHE CONTA NON È DA DOVE PARTONO, MA DOVE POSSONO ARRIVARE I NOSTRI BAMBINI”
R. Feuerstein
Dott.ssa Martina Valdemarca – Psicoterapeuta www.psicologavaldemarca.it